La teoria di Dolores Turchi sull'origine di "Antigori"

Dall'ultimo lavoro della famosa esperta di tradizioni popolari sarde emerge una nuova teoria sull'origine etimologica del noto Nuraghe sarrocchese.
Dolores Turchi è considerata la più grande divulgatrice ed esperta di antropologia in Sardegna: ha indagato a fondo sulle origini di miti, leggende e tradizioni popolari dell'isola. In particolar modo è celebre per gli studi sul carnevale sardo e sulle radici culturali e pre cristiane delle maschere tradizionali sarde.
L'ultimo lavoro della studiosa di Oliena si intitola I carnevali e le maschere tradizionali della Sardegna, con sottotitolo "le origini dei riti ancestrali tramandati nei secoli e l'influenza degli antichi culti dionisiaci". Anche in questo studio la Turchi approfondisce la propria tesi sul culto di Dionisio, che sarebbe stato molto popolare nella Sardegna pre cristiana. Un culto agro pastorale, legato al ciclo di morte e rinascita della natura che si sarebbe riflettuto nei riti del carnevale.
Dall'opera emerge che molti siti nuragici sardi deriverebbero i propri toponimi dai vari nomi dati al Dio Dionisio. E tra questi, un "nome che troviamo spesso è Anteo, che significa fiore. In suo onore si celebravano le Antesterie, le antiche feste dei fiori".
Per la studiosa, anche con questo nome i devoti al suo culto gli dedicarono vari nuraghi, "tra cui : Nuraghe Antine Missu (Paulilatino), nuraghe Antine Usache (Ortueri), Nuraghe Antini (Isili), nuraghe Antiogu (Sinnai), nuraghe Antiogu Diana (Sant'Antioco), nuraghe Antigori (Sarroch), senza tralasciare il più noto: nuraghe Sant'Antine (Torralba) ".
Dolores Turchi espone così la propria teoria, nella quale l'origine etimologica di Antigori deriverebbe direttamente da uno dei nomi di Dionisio: Anteo. Ciò, come conseguenza della religione presente al tempo dei nuraghi, incentrata sul culto del ciclo di morte e rinascita della natura.
Ultimo retaggio di questi culti Dionisiaci mediterranei - che durante le Calende di gennaio vedevano gli uomini assumere le sembianze di animali, con i cappucci calati sul volto e vestiti di nero - è proprio il carnevale tradizionale sardo, il "carrassecare", carne da fare a pezzi, come in un sacrificio.
Erano riti che esorcizzavano la morte in funzione di una rinascita della natura  rappresentata, secondo la tesi della Turchi, da Dioniso, il Dio di origine ellenica, il Dio del vino, ma anche divinità da pregare per invocare la pioggia, elemento irrinunciabile in una società agro pastorale. In tali liturgie Dioniso veniva sacrificato e poi fatto tornare in vita, proprio come gli attuali riti, ormai diventati folkloristici, del carnevale tradizionale sardo.
Tornando al discorso principale di questo articolo: quanta correlazione con la realtà può avere la teoria di Dolores Turchi?
Difficile dare un giudizio definitivo. Ci sono sia elementi in sfavore che a favore di questa tesi.
Come elementi in sfavore abbiamo l'evidenza che nessuno in realtà si è mai posto il dilemma sul dare un significato all'origine etimologica di "Antigori". Perché il significato è sempre risultato chiarissimo, quasi lapalissiano: il nome deriva da quel "qualcosa di antico" - per l'appunto s'Antigori - che è sempre stato presente sulla sommità dell'omonimo colle. Il secondo elemento che gioca in sfavore della teoria di Dolores Turchi è la propensione, un pò troppo accentuata, con la quale la studiosa di Oliena collega elementi delle tradizioni sarde con il mondo ellenico. Anche Antigori potrebbe essere stato "vittima" di tale sopravvalutazione.
Gli elementi che invece giocano a favore della teoria della Turchi sono altrettanto validi. Prima di tutto, se è pur vero che i rapporti tra nuragici ed ellenici esistevano, non è scientificamente dimostrato quanto forti potessero essere per influenzare in modo così preponderante i culti locali. Tuttavia, è altrettanto vero che se esiste un nuraghe in Sardegna che testimonia i suddetti rapporti è proprio il Nuraghe Antigori, diventato celebre a livello internazionale perché certifica i rapporti commerciali tra micenei e nuragici. Infatti, furono qui rinvenute le famose ceramiche micenee - sia di importazione che di fabbricazione locale - che attestano i rapporti tra le due sponde del mediterraneo.
Altro elemento in favore dell'origine etimologica greca di Antigori è che non si può escludere - e ci sono casi anche abbastanza eclatanti da questo punto di vista - che antichi toponimi siano stati nel corso dei secoli o dei millenni corrotti fino a cambiarne completamente le sembianze una volta andato perduto il significato originale. Per esempio a Sarroch abbiamo il sito nuragico di San Liberno, che in realtà è una corruzione italianistica di Su Linnarbu, che fino al 1921 era anche il nome di una Via del paese.
In conclusione, pur essendo una teoria molto coraggiosa, non mancano gli elementi in favore. Inoltre, ci aiuta comunque a porre l'attenzione sulle nostre origini e a farci delle domande sul nostro passato. Elemento, quest'ultimo, di straordinaria importanza al fine di aiutarci a fare luce sugli aspetti meno chiari del nostro passato.

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